Le principali parassitosi del cane

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Anche se nell’ultimo ventennio l’incidenza di problematiche sanitarie nel cane domestico colpito da parassitosi sono notevolmente diminuite, grazie anche agli enormi passi in avanti fatti per ciò che riguarda condizioni e qualità della loro vita, le endoparassitosi intestinali rappresentano, ancora oggi, una problematica fortemente presente che può condurre ad aspetti sanitari molto seri nell’allevamento, così come nella gestione quotidiana del cane.

Il proprietario è certamente in grado di riconoscere i “segnali” di un cane colpito da parassiti intestinali che, se pur blandi nell’adulto, possono essere decisamente eclatanti nei giovani, soprattutto nei giovanissimi, arrivando a sindromi (complesso di sintomi) anche serie.

Il dimagrimento, la svogliatezza episodica nel mangiare, occasionali crisi di vomito ed episodi auto limitanti di diarrea possono essere quei segnali di cui accennavo sopra. A questi si aggiungono anche sintomi respiratori (in questo caso è compito del veterinario accertarlo). Alcuni parassiti possono infatti albergare occasionalmente, sia durante che dopo la migrazione, anche nell’apparato respiratorio.

I protocolli da seguire sono essenzialmente due: sottoporre il cane a “sverminazione” periodica, in genere una volta l’anno, con prodotti ad ampio spettro d’azione, e ricorrere all’esame coprologico (esame delle feci) quando il veterinario lo ritiene opportuno; oppure far fare una o, meglio ancora, due volte l’anno un esame completo delle feci e trattare solo i soggetti positivi (io preferisco, in genere, questo secondo protocollo poiché un farmaco è pur sempre un veleno ed anche somministrato secondo scienza e coscienza, se non necessario, preferisco non usarlo).

È comunque importante sottolineare che la panacea non esiste, cioè non esiste un farmaco che tratti contemporaneamente tutti i parassiti.

Limitandoci allora ai principali, ecco una carrellata dei parassiti intestinali del cane, in alcuni casi potenzialmente patogeni per l’uomo, sia direttamente che indirettamente.

La suddivisione generale prevede di differenziare i Parassiti Protozoari, Coccidi, Giardia, Toxoplasma e Nocardia, dai Vermi Piatti, Cestodi, Echinococcus Granulosus, Dypilydium Caninum (questi hanno tutti un ospite intermedio che alberga le larve), e Vermi Tondi, Nematodi, Ascaridi, Ancylostomi e Tricocefali.

La Coccidiosi è una malattia molto contagiosa, endemica, e molto legata all’infestazione ambientale (le oocisti infestanti resistono a lungo nell’ambiente) di canili, allevamenti o pensioni dove non sempre vengono rispettate le regole per evitarla. A volte i cuccioli escono dall’allevamento con la malattia in incubazione (volontariamente non parlo dei molteplici casi con cui i cuccioli arrivano addirittura malati, ma asintomatici, perché trattati ma non correttamente….).

La coccidiosi può provocare diarrea anche emorragica ed una “sindrome simil cimurrosa” quando il parassita infetta anche l’apparato respiratorio. È uno dei principali motivi per cui alla prima visita di un cucciolo richiedo sempre un’analisi delle feci, soprattutto se proviene da un allevamento, anche se “sverminato” in precedenza.

Protozoi

La Giardia è anch’essa causa di diarree resistenti alle cure usuali; può colpire anche l’uomo ma è pur sempre specie-specifica.

Il Toxoplasma e la Nocardia vanno citati anche se nel cane non danno sindromi all’apparato digerente ma possono colpire il sistema nervoso centrale con forme epilettiformi anche gravi.

Nematodi

Comunissimi, spesso presenti già alla nascita di un cucciolo che può essere infestato dalla madre quando ancora nella placenta. Gli ascaridi (gli “spaghetti” che a volte si vedono ad occhio nudo nelle feci dei cani, soprattutto dopo un trattamento antiparassitario) possono infestare anche l’uomo. Ma attenzione!! Per poter essere infestanti, le uova presenti nelle feci devono maturare. Quindi se si rimuovono ed eliminano continuamente dall’ambiente il pericolo è praticamente inesistente.

Gli ascaridi hanno un ciclo biologico che può indurre nei cuccioli anche sindromi respiratorie, dovute alla migrazione delle larve nell’organismo, che le porta a lesionare i polmoni. Ecco perché già dai 30 giorni di età si somministrano ai cuccioli farmaci specifici, oltre a trattare le madri nei primissimi giorni dopo l’accoppiamento.

Gli ancilostomi hanno una forma simile agli ascaridi, ma sono più piccoli e caratterizzati da un uncino in prossimità della bocca. Sono anch’essi causa di sintomi gastro\intestinali e possono passare al feto attraverso il circolo placentare.

I tricocefali (T. Vulpis) sono tipici delle regioni calde e temperate e anch’essi di difficile eradicazione dall’ambiente.

Cestodi

Il più comune, anche se per fortuna difficilmente causa gravi patologie, è il D. Caninum. Spessissimo il proprietario ci riferisce di “chicchi di riso” che si muovono nelle feci del cane o attaccate alla mucosa anale rendendoci facile la diagnosi in quanto quelle sono proglottidi (pezzetti) del verme contenenti uova degli stessi. Le uova, una volta ingerite dalle pulci, diventano larve e quando il cane, leccandosi, ingerisce la pulce si perpetua la parassitosi (ecco un altro motivo per cui una costante lotta alle pulci tutto l’anno è fondamentale).

Per ciò che riguarda l‘Echinococcosi il discorso si fa particolarmente interessante in quanto il cane è l’ospite definitivo, ma il parassita può colpire anche l’uomo nel suo stadio larvale con problematiche anche molto serie. Ad oggi è una malattia quasi scomparsa grazie anche all’alimentazione industriale (crocchette) in quanto il cane si infesta solo ingerendo visceri e carni crude dove albergano le larve (cisti idiatidee). Purtroppo però in alcune zone rurali laddove i cani possono mangiare i visceri dei capi abbattuti o residui della macellazione crudi, si infestano e eliminando le larve nell’ambiente, attraverso le acque di irrigazione, posso contaminare i cibi umani.

In conclusione, non tutte le parassitosi possono essere clinicamente manifeste. Le manifestazioni sono spesso invece sub-cliniche, soprattutto nei soggetti adulti, variando a seconda del numero di parassiti presenti contemporaneamente nell’ospite, del suo stato di salute e nutrizione ed anche in base allo stato generale del sistema immunitario.

In linea di massima, i sintomi che ci devono far sospettare una parassitosi sono la diarrea ed il vomito anche episodici, alito “agliaceo” maleodorante, gonfiore del ventre in un quadro anche spesso di dimagrimento generale, aumento o diminuzione dell’appetito, e a volte anche disidratazione ed anemia.

Un altro piccolo gesto per la salute del nostro cane è quindi quello di portare, una volta l’anno, un campione di feci al vostro veterinario che in poche ore saprà dirvi se questi ingrati ed indesiderati ospiti si trovano a far danni nell’organismo del vostro compagno di vita.

Dott. Francesco Putini – Medico Veterinario
Ambulatorio Veterinario “Riano” – Via Quartarella 1, Riano (Roma)
Tel. 06/90131885

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