Non so se riuscirò ad essere sintetico ed esaustivo su un argomento di così ampio respiro, ma voglio provare perché una sensibilizzazione sempre maggiore di tutti, in un momento storico in cui la scienza si sta applicando moltissimo nella battaglia contro questa malattia, non è solo auspicabile ma necessaria per combatterla.
L. Infantum è il protozoo che viene inoculato nei cani tramite la puntura del F. Perniciosum (volgarmente chiamato pappatacio). Il protozoo può essere trasmesso anche per via verticale (madre-figli) od orizzontale (trasfusioni, accoppiamenti).
La Leishmaniosi viene considerata una zoonosi perché potrebbe essere trasmessa dagli animali infetti all’uomo. Infatti il cane positivo alle leishmaniosi viene considerato una sorta di serbatoio da cui il pappatacio potrebbe attingere. Fortunatamente, ad oggi, vista la “specializzazione” dei flebotomi a pungere principalmente una specie\bersaglio, il cane non viene ancora indicato come portatore diretto.
Tralasciando in questa sede la complessa biologia del parassita e del suo vettore (anche perché strettamente legata a fattori ambientali e climatici diversissimi nel nostro paese, ma ormai, causa cambiamenti climatici, sempre più presenti in molte zone), desidero focalizzare l’attenzione soprattutto sulle armi che abbiamo per prevenire e combattere la malattia.
La prevenzione deve essere, contemporaneamente, diretta ed indiretta ma soprattutto adattata allo stile di vita del cane e dei suoi proprietari, oltre che dalla situazione epidemiologica della malattia nella zona dove questi vivono.
Generalizzando, dobbiamo agire su due fronti:
attraverso una profilassi indiretta che preveda l’uso di repellenti o insetticidi (ed oggi vi sono in commercio tantissimi prodotti, insieme a svariate azioni sull’ambiente e lo stile di vita).
I prodotti anti leishmania vanno dai collari agli “spot on” (liquidi da far assorbire alla pelle del cane), dai repellenti, sia vegetali che chimici, fino alle compresse da somministrare per via orale contenenti principi attivi specifici.
La profilassi diretta invece si effettua con la somministrazione di un vaccino anti-leishmania.
Allo stato attuale non c’è da preferire l’una all’altra ma anzi le due tecniche dovrebbero andare in simultanea, soprattutto dove la situazione epidemiologica è particolarmente seria come dalle nostre parti.
È fortemente consigliabile, quindi, recarsi dal proprio veterinario e mettere in atto una strategia tenendo in considerazione tutte quelle tecniche di profilassi in relazione, come dicevo, allo stile di vita del cane e della famiglia con cui vive (fino alla scelta delle piante da giardino!!!) e programmare la vaccinazione.
Nelle zone a più alto tasso di malattia, tutti i cani sopra i 6 mesi dovrebbero effettuare i test sul sangue con regolarità, e almeno una volta l’anno, perché, oltre tutto, una diagnosi precoce permette di combattere molto più efficacemente la malattia.
Come dicevo all’inizio, esaurire questo argomento in poche righe è impossibile, ma spero di aver comunque suscitato la curiosità che porti tutti ad andare a parlare col proprio veterinario di questo grande problema sanitario dei nostri cani.
Dr. Francesco Putini – Medico Veterinario
Ambulatorio Veterinario “Riano”- Via Quartarella 1 – Riano (Roma)
Tel. 06/90131885