Che cos’è la paura?
La paura è “uno stato emotivo che consiste in un senso di insicurezza, smarrimento e di ansia di fronte ad un pericolo o dinanzi ad una cosa o un fatto che si crede dannoso” (Treccani).
Questa definizione è quella che esprime meglio lo stato emotivo che i cani sperimentano di fronte un evento o una persona che incute paura.
Anche i cani quindi possono, proprio come noi, avere paura di alcuni stimoli, come per esempio le persone, altri cani, macchine così come una finestra che sbatte o i fuochi di artificio.
Perché i cani provano paura?
La paura è una emozione primaria, presente sia negli esseri umani che in tutti gli animali, e ha una funzione adattiva; consente cioè all’individuo di proteggersi di fronte un pericolo o una minaccia mettendo in atto uno di questi comportamenti:
- Immobilizzarsi
- Fuggire
- Attaccare
- Far finta di morire (questo comportamento non viene messo in atto dai cani)
Queste risposte sono la manifestazione esterna di cambiamenti interni (sistema fisiologico) che vengono attivati dal cervello che ha avvertito il pericolo. Infatti a livello fisiologico, quindi non visibile, si avrà
- Incremento dell’ossigeno (serve per i muscoli)
- Aumento del ritmo cardiaco e della pressione del sangue
- Aumento della sudorazione (nei cani è visibile sotto i cuscinetti delle zampe)
Paura, ansia e fobia sono la stessa cosa?
No, non sono la stessa cosa.
- La paura è una risposta del cane ad un cambiamento ambientale e viene provata proprio per consentire ad un individuo di mettere in atto un comportamento per la salvaguardia della sua stessa vita
- L’ansia è una sensazione di disagio, di preoccupazione e di apprensione che il cane prova per situazioni di tipo generico, di cose che stanno per accadere ma che ancora non sono accadute. Tipico esempio in cinofilia è l’ansia da separazione che il cane prova quando capisce che i proprietari stanno per lasciarlo da solo in casa
- La fobia al contrario è una paura eccessiva per situazioni o oggetti
La differenza fra ansia e fobia è che sebbene entrambe rientrino tra i disturbi dell’ansia, lo stimolo è più generico nello stato d’ansia e più specifico nelle fobie.
Perché i cani possono avere paura?
Svariati sono i motivi per cui un cane può provare paura. Fra le cause più comuni:
- Deprivazione sensoriale
- Socializzazione avvenuta in maniera scorretta
- Predisposizione genetica
- Esperienze traumatiche vissute dal cane
Deprivazione sensoriale
Si tratta di una sindrome che compare nei cuccioli che non sono stati esposti all’ambiente circostante durante le prime fasi della vita. Spesso sono cani che:
- non hanno avuto la possibilità di essere cresciuti dalla mamma
- sono stati separati precocemente dai fratellini e sorelline
- sono stati cresciuti in ambienti con pochi stimoli o addirittura privi di stimoli, come per esempio nelle gabbie degli allevamenti o all’interno dei canili
- Non sono stati fatti uscire di casa prima che abbiano terminato il ciclo delle vaccinazioni
Aver subìto tutto questo fa sì che, diventando adulti, mostreranno veri e propri attacchi di panico di fronte a stimoli che fanno parte del nostro e del loro ambiente.
Socializzazione avvenuta in maniera scorretta
Gli antichi Romani erano soliti dire “cum grano salis”, cioè fare le cose con discernimento. Cosa intendo dire? La socializzazione del cucciolo deve avvenire gradualmente e tenendo conto principalmente delle:
- distanze tra voi e gli altri cani, che devono essere congrue (no a strade strette, o ambienti chiusi con più cani sconosciuti)
- strade dove andrete a passeggiare. Evitare strade super affollate o super trafficate
- presenza nel quartiere di cani reattivi alla vista di altri cani (da evitare)
- presenza nei parchi di cani senza guinzaglio mentre il vostro lo è (allontanatevi)
Il cane pauroso in passeggiata
Prima di prendere un cane è necessario essere informati su come comunicano, quali sono gli errori da evitare quando lo portate a spasso, come gestire il cane a guinzaglio, come comportarsi all’interno delle aree cani.
Se non tenete conto delle semplici regole menzionate nel paragrafo precedente, rischiate di fare tanti danni che purtroppo, successivamente, necessiteranno di un intervento più strutturato per il recupero psicologico del cane. Molti cani vengono sottoposti, seppur del tutto involontariamente, ad una esposizione massiva allo stimolo o a più stimoli da cui non può fuggire, perché legato al guinzaglio, e che possono tramutarsi in paura, panico e fobia.
Un buon centro cinofilo con adeguati percorsi formativi pensati per voi e per i vostri cani è sicuramente da contattare. Ricordatevi che prevenire il problema è sempre meglio che curarlo.
Predisposizione genetica
Alcuni cani possono avere una predisposizione genetica nello sviluppare paura o risposte fobiche durante alcune fasi della loro vita; questa predisposizione può inoltre essere esacerbata in quei cani la cui mamma, mentre era incinta, non ha avuto la possibilità di mangiare adeguatamente, così come durante l’allattamento.
Esperienze traumatiche
Esperienze traumatiche e negative vissute da cuccioli di 8 settimane circa verranno ricordate per tutta la vita. I cani sono esseri impressionabili e attraverso quello che viene chiamato l’“apprendimento attraverso un singolo evento”, un’esperienza traumatica può indurre a paura o a risposte fobiche che purtroppo successivamente verranno generalizzate.
Il cane e la paura dei bambini, delle persone o di un altro animale
Paura dei bambini. Un incontro con un bambino che ha messo paura al cane, perché magari lo ha rincorso gridando di gioia, oppure perché gli ha tirato la coda o i peli, oppure perché ha tentato di salirci sopra come se fosse un cavallo, successivamente verrà generalizzata con conseguente timore nei confronti di tutti i bambini.
Paura delle persone o di altri animali. Un altro esempio è quando un cane viene punito in presenza di una persona o un altro animale; in questi casi può associare lo stimolo (la persona o l’animale) con le conseguenze poco piacevoli (la punizione). Questo avviene in maniera particolare quando viene fatto uso di collari a strozzo o collari elettrici.
Paura dei cani. Lo stesso capiterà se il cane verrà morso da un altro cane, magari, per esempio grosso e bianco; a quel punto a causa delle ferite inferte e della paura provata, il cane generalizzerà la sua paura verso tutti i cani bianchi e grandi.
Quali sono i trattamenti per un cane pauroso?
Un intervento da parte di un professionista, con la qualifica di riabilitatore comportamentale, può aiutare affinché il problema, non solo non peggiori con il tempo, ma addirittura migliori. Nel frattempo, è importante seguire queste linee guida:
- Identificate ed evitate le cause che determinato la risposta della paura nel vostro cane. Evitate alcune situazioni, persone e posti che provocano quel comportamento
- Rivolgetevi ad un centro cinofilo che utilizza metodi basati sul rinforzo positivo con sessioni di lavoro di controcondizionamento, meglio ancora se con l’utilizzo del clicker. Se il cane prova paura nei confronti delle persone si può lavorare offrendogli un qualcosa di altamente appetibile alla vista delle persone. Questo, con il tempo, può modificare le emozioni negative (paura) in emozioni positive
- Cercate di essere sereni e non aggiungete al dramma altro dramma. Evitate di consolare il cane quando vi rendete conto che ha paura perché il cambiamento del vostro comportamento può significare per il cane che aveva ragione a comportarsi così visto che lo fate anche voi.
- Evitate di punire o correggere il cane come forma di controllo quando il cane mostra paura. Un certo tipo di addestramento con una disciplina ferrea che non consente errori peggiora la situazione.
L’uso di medicinali può essere d’aiuto?
In alcuni casi, e solo dopo accurata visita di un veterinario specializzato in veterinaria comportamentale, la prescrizione di farmaci, accompagnati da un percorso di riabilitazione comportamentale può essere d’aiuto.
La sola somministrazione del farmaco non è però efficace per il recupero comportamentale del cane.
Ricordatevi! Anche in cinofilia per ottenere buoni risultati, bisogna impegnarsi. Le scorciatoie non portano da nessuna parte.
Cinzia Cecconi
Riabilitatore comportamentale