I cani possono piangere per svariati motivi. È una forma di comunicazione che deve essere ascoltata ma anche compresa. Ignorarlo, come alcuni dicono, o addirittura punirlo è veramente sbagliato. Il cane se piange o guaisce vi sta comunicando qualcosa ed è vostro dovere di proprietari, attenti al benessere del vostro cane, comprenderne i motivi. I cani non piangono senza un motivo né tantomeno lo fanno per capriccio.
In questo articolo cercherò di aiutarvi a capire perché i cani, cuccioli o adulti che siano, possono in certe situazioni emettere dei suoni che sono molto simili al pianto.
Il cucciolo che piange
Milioni di anni fa i cani hanno adottato una strategia evolutiva che gli ha consentito di diventare la specie animale più vincente, oltre all’essere umano ovviamente. La strategia evolutiva è stata quella di unirsi ad altri cani, formando dei branchi, per affrontare la difesa del territorio, procacciarsi il cibo, procreare e prendersi cura dei cuccioli.
Proprio perché hanno deciso di vivere in branco, hanno sviluppato delle forme di comunicazione complesse. Se paragoniamo la loro comunicazione a quella dei gatti, altra specie vincente presente quasi ovunque nel mondo, ci rendiamo conto che la comunicazione dei felini è molto semplice rispetto a quella dei cani. Il motivo? Loro hanno fatto una scelta evolutiva diversa non vivendo in branco.
Il cucciolo, una volta acquistato o adottato, viene separato da un contesto ambientale a lui familiare dove è nato e cresciuto fino a quel momento. Dal gioco al cibo, dalla scoperta dell’ambiente alla pappa tutto è stato fatto e sperimentato insieme agli altri.
Il cucciolo è spaventato, si sente solo, non riconosce l’ambiente dove lo avete portato e allora guaendo e piangendo cercherà non solo di mettersi in contatto con la mamma e i fratellini e sorelline ma anche di attirare la vostra attenzione.
Cosa fare quando il cucciolo piange?
- Ascoltatelo, confortatelo per fargli comprendere che ci siete e che può fare affidamento su di voi. Non date retta a chi vi dice che il cane deve essere lasciato solo in una stanza e che prima o poi smetterà, perché chi vi dà questi consigli non ha mai capito nulla sul cane; non conosce il cane e non tiene conto delle sue sofferenze psicologiche!
- I primi giorni, e comunque fintato che non si sarà ambientato nella nuova casa, fatelo dormire accanto al vostro letto. Se dovesse piangere accarezzatelo con dolcezza, sussurrategli parole dolci, rassicuratelo.
- Con il passare dei giorni, se desiderate che il cane dorma in una stanza diversa, iniziate ad allontanare la cuccia dal letto fino, a distanza di qualche giorno, a sistemarla nella stanza a lui dedicata.
- La cuccia deve essere vissuta dal cane come un posto fantastico, il suo posto. Sul suo bel cuscinone lasciategli un Kong ripieno di leccornie per cani, un ossetto da rosicchiare, un gioco con cui passare del tempo e vedrete che in men che non si dica, e soprattutto senza traumi, il vostro cucciolo dormirà pacificamente sulla sua cuccia anche lontano dalla vostra camera da letto. Ci vuole solo un po’ di tempo e di pazienza.
Perché il cane piange quando viene lasciato solo in casa?
Proprio perché è un animale che per millenni ha vissuto in branco non è abituato a rimanere da solo a casa, né ovviamente comprende per quale motivo tutti vanno via mentre lui no.
Il cane, tutti i cani, hanno sempre una figura di riferimento a cui rivolgersi e se anche quella figura va via vanno letteralmente nel pallone.
Inizieranno a guaire, ansimare, saltare, il loro stress aumenterà con il passare dei minuti: potrebbero mettere in atto anche delle azioni distruttive (cuscini da rompere, sedie in legno da rosicchiare, muri da grattare). Il cane è andato in tilt!
Non date retta, anche qui, a chi vi dice che prima o poi si abituerà. Purtroppo, non sarà così, anzi! La situazione potrà solo che peggiorare perché si instaura quella che viene chiamata, inizialmente, sindrome da abbandono per poi arrivare, nei casi più gravi, all’ansia da separazione.
Non è utile neanche prendere un altro cane per non farlo sentire solo. Il motivo? Perché VOI siete la figura di riferimento e non l’altro cane.
La sindrome dell’abbandono o l’ansia da separazione sono un problema molto serio che non può essere preso sottogamba.
Da uno studio statistico è emerso, infatti, che nel mondo la maggior parte dei cani abbandonati in canile faceva parte della categoria di cani affetti da ansia da separazione e sindrome dell’abbandono.
Cosa fare se il cane piange quando rimane da solo in casa
- Bisogna assolutamente, fin dal primo giorno del suo arrivo a casa, fare degli esercizi di desensibilizzazione e controcondizionamento per abituarlo a rimanere da solo. È solo così che verranno evitate tante sofferenze al cane e tante situazioni stressanti per voi.
- Insieme ad un tecnico di riabilitazione comportamentale stabilite un protocollo di rilassamento con esercizi da fare più volte al giorno. Se pensate che il vostro lavoro vi terrà fuori casa per oltre 4 ore organizzatevi per portare il cane all’Asilo (dove avrete fatto già un periodo di adattamento) o mettetevi d’accordo con un bravo dogsitter che oltre a farlo uscire, dovrà provvedere anche a giocarci e a passare del tempo di qualità.
- Ricordatevi che la miglior cura è sempre quella di prevenire il problema, ma se già lo state vivendo sappiate che nulla è perduto. Con le tecniche di desensibilizzazione e controcondizionamento il tecnico in riabilitazione comportamentale sarà in grado di aiutare il cane a modificare le sue emozioni e a vivere il distacco da voi in maniera più serena.
Perché il cane adulto piange?
- I cani adulti potrebbero piangere quando per esempio vogliono farci capire che devono necessariamente andare fuori per fare i loro bisognini. Ci comunicano con questo tipo di pianto che non riescono a trattenerla più.
- Potrebbero piangere anche per attirare la nostra attenzione, soprattutto se vogliono interagire con noi o se chiedono altro cibo. In questi casi direi di non aderire alle loro richieste; piuttosto cercate di essere propositivi voi. Cosa significa? Programmate le attività con il vostro cane, invitatelo a giocare con la pallina, anticipate le sue richieste di andare in passeggiata. Vedrete che i pianti svaniranno perché i bisogni fisici e psicologici del cane verranno tutti soddisfatti.
- Piangono perché hanno dolore. Una zampa ferita, un’otite, una frattura fanno guaire di dolore il cane. In questi casi rivolgetevi immediatamente al vostro veterinario per effettuare una visita di controllo.
Piangono anche quando in passeggiata vedono altri cani. Perché?
Le motivazioni sono essenzialmente due
- Il cane ha paura dell’altro cane e piangendo ci sta comunicando la sua insicurezza
- Il cane è eccitato perché ha riconosciuto il suo compagno di giochi e non vede l’ora di avvicinarsi
Come fare a comprendere quale dei due sentimenti, così contrastanti, sta provando il cane? Attraverso un’attenta analisi del linguaggio del corpo del cane nella sua totalità (dalla coda al muso).
Perché il cane anziano piange?
Un cane quando invecchia va incontro ad una serie di malattie che possono provocare dolore.
- L’osteoartrosi è una di quelle patologie che a causa del dolore che provoca può determinare il pianto del cane.
- Anche l’invecchiamento mentale può in alcuni casi portare il cane anziano a piangere. La demenza senile purtroppo è un tipo di invecchiamento presente anche nei cani.
- Con la demenza senile si possono avere degli stati alterati del ritmo sonno/veglia. Dormono tanto durante il giorno e poi di notte rimangono svegli e si lamentano.
Cosa fare allora?
- Per prima cosa rivolgetevi al vostro veterinario di fiducia per individuare la patologia di cui soffre il cane. Nel caso di osteoartrosi sono presenti in commercio tanti rimedi che partono da semplici integratori fino ad arrivare a medicinali veri e propri utili per combattere il dolore.
- Nel caso della demenza senile purtroppo si può fare ben poco a livello medico/farmacologico. Il consiglio è quello, comunque, di tenere il cane anziano sempre attivo, magari facendogli fare degli esercizi di attivazione mentale più che le maratone, e cercare ovviamente di farlo durante il giorno per garantirgli un sonno adeguato di notte.